Infestanti › Insetti volanti

Zanzare

Come interveniamo

Ispezione

Sopralluogo e indagine accurata della situazione, per identificare con certezza la specie infestante e la dimensione dell’infestazione.

Trattamento disinfestante

Solitamente il controllo delle zanzare viene eseguito combinando diversi sistemi sia con formulati microbiologici che chimici a seconda della situazione.

Le zanzare sono ditteri nematoceri appartenenti alla famiglia dei Culicidae che attualmente conta nel mondo più di 3.500 specie. Sono insetti cosmopoliti, presenti sia in ambiente rurale che in aree densamente popolate. Sebbene la maggior parte delle specie viva in aree tropicali o subtropicali, dove il clima caldo-umido è favorevole a un veloce ciclo di sviluppo e alla sopravvivenza degli adulti, esse, sono in grado di occupare una grande varietà di habitat che vanno dalle aree semi desertiche a quelle subartiche.
Gli adulti sono di piccole dimensioni (da pochi mm a più di 1 cm), il corpo allungato ed esile presenta un solo paio di ali e tre paia di zampe. Le nervature delle ali e le caratteristiche delle scaglie che le ricoprono, vengono utilizzate in sistematica per differenziare genere e specie.

Ciclo biologico: Il ciclo di sviluppo si svolge in quattro fasi: uovo, larva, pupa e adulto. I primi stadi di sviluppo sono acquatici e dunque la presenza di zanzare in una data area è strettamente legata all’esistenza di raccolte d’acqua stagnante. In seguito alla loro grande capacità di adattamento, le zanzare possono utilizzare sorgenti d’acqua di varia natura, da quelle naturali e permanenti quali stagni, paludi, pozze temporanee, cavità di alberi, a quelle artificiali quali risaie, cisterne, chiusini, copertoni d’auto, contenitori d’uso comune in grado di raccogliere piccole quantità d’acqua. Nei corsi d’acqua corrente le larve di zanzara possono svilupparsi nelle piccole anse lungo i bordi. La qualità dell’acqua varia dalla purezza delle pozze di scioglimento dei nevai a quella a forte carica organica come quella inquinata da scarichi industriali o urbani. Alcune specie colonizzano solo acque dolci altre invece possono adattarsi a diversi gradienti di salinità. Le uova vengono deposte raggruppate verticalmente sul pelo dell’acqua oppure singolarmente.

Danni: L’interesse sanitario delle zanzare è legato esclusivamente al comportamento ematofago delle femmine, alcune specie occupano una posizione di primaria importanza in entomologia medica essendo potenziali vettori di agenti patogeni per l’uomo e per gli animali. In Italia alcune specie del genere Anopheles erano legate alla trasmissione della malaria, mentre specie appartenenti ai generi Culex, Aedes e Ochlerotatus possono trasmettere prevalentemente arbovirus responsabili di febbri emorragiche e forme di encefalite anche letali. Le zanzare sono poi in grado di trasmettere nematodi agenti etiologici di filariosi umane e animali.

Monitoraggio: Raccolta di uova con ovitrappole, valutazione delle larve con pesca-larve, cattura degli adulti attraverso trappole ad aspirazione innescate con CO2 o attrattivi specifici per la specie.

Principali specie di interesse sanitario

Culex pipiens
E’ la specie più comune in Italia, ubiquitaria ad attività crepuscolare e notturna. Si suppone esistano almeno due forme con caratteristiche comportamentali ed ecologiche differenti: Cx. pipiens pipiens e Cx. pipiens molestus. Cx. pipiens pipiens è prevalentemente rurale, si riprodurrebbe in acque limpide e moderatamente fredde, come piccole raccolte d’acqua dolce sia permanenti che temporanee (acquitrini, fossi lungo le strade per il deflusso delle acque meteoriche, canali di irrigazione o di drenaggio). In ambiente urbano occuperebbe prevalmente nicchie legate alla presenza di folta vegetazione come parchi, giardini, cimiteri. La forma Cx. pipiens molestus, antropofila, si sarebbe invece adattata prevalentemente agli ambienti antropizzati, è strettamente legata all’urbanizzazione stessa che ha creato nuovi focolai per lo sviluppo massivo della specie. Infatti, è in grado di riprodursi sia in acque con elevato carico organico (tombini, fosse assorbenti, cisterne, vasche di depuratori, cantine allagate) che in molti micro focolai spesso condivisi con altre specie. In aree rurali Cx. pipiens molestus sfrutterebbe prevalentemente raccolte d’acqua legate ad attività zootecniche e industriali (come caseifici, zuccherifici, ecc.) e canalette di scarico di acque nere (a cielo aperto) dove manchino regolari impianti fognari. Cx pipiens è stata più volte implicata nella trasmissione del virus West Nile (WNv), agente di un’encefalite equina accidentalmente trasmessa anche all’uomo, oltre che essere tra i potenziali vettori di Dirofilaria spp.

Aedes albopictus
La specie originaria del sud est asiatico, è presente in Italia da oltre vent’anni. Ae. Albopictus (zanzara tigre) ha una particolare capacità di adattamento che le ha permesso di colonizzare habitat differenti, come zone rurali, ma anche aree urbane, per di più in alcune popolazioni della specie si è rivelata in grado di completare il ciclo di svillupo anche durante la stagione invernale. L’elemento determinante per la diffusione di questa zanzara è la capacità di utilizzare, per la deposizione delle uova e lo sviluppo larvale, una grande varietà di contenitori con piccole raccolte d’acqua dolce, derivanti dall’attività umana. In ambiente industriale-commerciale, risultano particolarmente soggette aree dove siano presenti depositi di copertoni, impianti di rottamazione auto, vivai, cantieri edili. Nell’interfaccia campagna-città prevalgono contenitori utilizzati per l’irrigazione degli orti, mentre nell’ambiente peri-domestico cittadino, prevalgono contenitori più piccoli (bacinelle, sottovasi di piante, piccole vasche ornamentali, grondaie otturate,ecc.). Ciò nonostante, la maggiore preoccupazione legata all’attività di Ae. Albopictus è legata alla trasmissione di arbovirus patogeni per l’uomo: nell’estate del 2007 in provincia di Ravenna, ha dato luogo a un focolaio epidemico, primo in Europa, di febbre da Chikungunya virus con oltre 200 casi umani. Sono stati trovati anche esemplari positivi per D. immitis e D. repens.

Ochlerotatus caspius
In Italia è molto comune, soprattutto nelle regioni costiere. I focolai caratteristici di questa specie sono costituiti da pozze o aree palustri retrodunali, con acque più o meno salmastre, ma anche da canali di drenaggio, prati allagati e risaie. Gli adulti essendo in grado di spostarsi per vari chilometri, possono raggiungere centri abitati anche lontani dai focolai larvali. In Italia, Oc. caspius, è tra i vettori di Dirofilaria spp. ed è considerato potenziale vettore di arbovirus non endemici nel nostro Paese.